giovedì 8 gennaio 2015

Charlie Hebdo e tutte le altre vittime non ricordate

Sono un po' delusa.
Da ieri tutto il mondo è 
sconvolto e indignato contro il mondo islamico,
a causa dell'attentato contro Charlie Hebdo.
Tutti pubblicano nelle proprie bacheche Facebook
"Je suis Charlie",
per ricordare.

No,
non sono d'accordo perché 
pochissimi lo scorso aprile 
hanno pubblicato
"No Boko Haram".
Ricordo che il 9 aprile 2014 sono state rapite
 200 studentesse
nigeriane da Boko Haram. 
Non mi pare si sia sollevato il polverone 
di indignazione.
 Solo dopo una settimana 
si tornava a mangiare la pizza e ridere.  

Oggi si parla solo della commemorazione
 delle vittime di Charlie Hebdo. 
In Iran ci sono donne che sono state condannate con la Pena di morte per essersi difese
 dai loro aggressori.
 Dei profughi che perdono la vita ogni santo giorno
 in mare se ne è discusso solo durante la 
tragedia di Lampedusa.
 Poi piu' nulla.
 La gente si dimentica oppure
 si sente coinvolta 
solo quando le tragedie 
capitano
 vicino casa.
 Boko haram e Isis
 stanno occupando le loro terre,
 ma 
solo alcuni attivisti
 di Importanti Associazioni se ne ricordano.

Boko Haram (da una locuzione husa che letteralmente significa «l'educazione occidentale è peccato») è un'organizzazione terroristica jihadista diffusa nel nord della Nigeria. È anche nota come Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e il Jihad

Solo oggi
i media ci hanno fatto sapere che Boko Haram
 ha sterminato di nuovo
città e persone.
Ma l'offensiva andava avanti già da una settimana.

"Quelli che sono riusciti a fuggire «non sono stati in grado di seppellire i morti, i loro cadaveri ora giacciono nelle strade», continuano le fonti. Tra i villaggi periferici di Baqa distrutti figurano quelli di Dorn-Baga, Mile 4, Mile 3, Kauyen Kuros e Bunduram”. Se i numeri venissero confermati, si tratterebbe della strage più sanguinosa e clamorosa del gruppo, protagonista di una vera e propria guerra con Nairobi, che ha costretto oltre un milione di persone alla fuga."

Dovremmo pubblicare uno stato ogni volta che c'è una strage di vittime,
solo allora sarà
un vero sentimento di rispetto
per le vittime.
Il dolore è uguale per tutti,
non esistono vittime di 1° e 2° categoria.



fonte:
http://www.lastampa.it/2015/01/08/esteri/boko-haram-fa-strage-in-nigeria-si-temono-morti-NvwbqHVaHNtFjYOFYQT9yO/pagina.html

Charlie Hebdo e il rispetto [Attivista diritti umani POV]

Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente.
L'azione di critica è rivolta in primis alla difesa delle libertà individuali, civili e collettive, com'è difeso il diritto alla libertà d'espressione a partire dal proprio interno
Mentre la tiratura era solitamente di 140 000 copie, l'8 febbraio 2006 160 000 copie furono pubblicate e tutte vendute. Il giornale decise allora due ristampe, giungendo alle 400 000 copie.
Quella settimana, Charlie Hebdo pubblicava la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten. Le vignette scandinave avevano scatenato delle proteste la settimana precedente in alcuni paesi musulmani dopo che alcuni imam danesi avevano animato una campagna contro le vignette nel mondo musulmano.
Alcune organizzazioni musulmane francesi, come il Consiglio francese del culto musulmano, chiesero la messa al bando del numero del giornale che conteneva anche delle caricature di Maometto disegnate da collaboratori regolari del giornale. Questa richiesta non andò a buon fine a causa di un vizio di procedura.

Il 7 gennaio 2015, attorno alle 11.30, un commando di tre uomini con giubbotto antiproiettile e armi da guerra ha attaccato la sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione. Dodici i morti, tra i quali il direttore Stephan Charbonnier, detto Charb, e i tre più noti vignettisti (Cabu, Tignous e Georges Wolinski), e due poliziotti, oltre a almeno 11 feriti. Pochi istanti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul proprio profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico.[5] Dopo l'attentato il commando, che durante l'azione ha gridato frasi inneggianti ad Allah e alla punizione del Charlie Hebdo, è fuggito in auto.
Si è trattato del più grave attentato terroristico in Francia dal 1961


Tutti nelle ultime ore stanno condividendo 
#JesuisCharlie,
collegando questo episodio 
all'immigrazione e anti-islamismo.
Premetto che non sono praticante, credo semplicemente in Dio
senza pormi troppe domande.
Credo in tutte le libertà,
perchè l'uomo è nato libero,
nonostante ancora oggi molti la pensano in modo differente.
Però, non condanno le religioni altrui, nè
prendo in giro il "diverso".
Bisogna distinguere lo scherzo da qualcosa di cattivo gusto.
I media hanno mostrato solo foto di Maometto,
trascurando altre immagini a sfondo sessuale. 
Si parla ora  di minaccia alla
libertà di espressione,
ma la libertà di espressione deve andare di pari passo con il
rispetto.

Ripeto che non sono una fanatica religiosa,
ma  se ci fosse stato qualcos'altro non legato alla religione,
mi sarei indignata.

Con questo io condanno
l'azione brutale dei due uomini.

Indipendentemente dal credo religioso, colore della pelle, orientamento sessuale,
voglio più rispetto.

Da attivista dei diritti umani,
la libertà di espressione non deve 
attaccare  nessuno.

Perchè se pensassimo alla
libertà di espressione
come lo si sta facendo ora, allora
anche i cori razzisti,
gli striscioni contro i musulmani,
le proteste delle sentinelle omofobe,
fanno parte di 
libertà di espressione.

Non voglio attaccare il mondo islamico,
perchè due pazzi hanno usato le armi
in nome di Allah.
Non pubblico nessuno foto,
perchè dovrei farlo ogni minuto per tutte le altre vittime.

Condanno invece
ogni azione violenta,
perchè l'odio genera odio.

E mi indignerò sempre,
qualora vi siano violazioni di diritti umani
e inopportune prese in giro.

Allora la satira 
non dovrebbe esistere?
Sì, ma MAI superare il limite del rispetto.