mercoledì 11 settembre 2013

Armi chimiche SIRIA.



NEW YORK
La ricerca di una via d'uscita diplomatica alla crisi siriana è tornata prepotentemente alla ribalta e ha fatto scattare frenetici negoziati alle Nazioni Unite e a Washington, nel tentativo di mettere a punto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza capace di neutralizzare gli arsenali chimici di Damasco sotto il controllo di autorità internazionali.
Il regime siriano ha per ora risposto positivamente alla proposta di disarmo, sponsorizzata dalla Russia. E in serata è arrivato un potenziale passo avanti: Damasco ha ammesso esplicitamente di avere armi chimiche e promesso di cessarne la produzione, di svelare i siti dei suoi arsenali e di firmare la Convenzione contro simili ordigni di distruzione di massa. «Siamo pronti a rivelare i siti, a smettere di produrre e accettare ispezioni russe, di altri paesi e delle Nazioni Unite» ha detto il ministro degli Esteri Walid al-Moallem a una tv libanese. «Siamo disposti a cooperare all'iniziativa della Russia visto che vogliamo diventare firmatari della Chemical Weapons Convention».
Se l'apertura di Mosca e Damasco troverà conferme concrete potrebbe imprimere una svolta alla crisi. La Casa Bianca di Barack Obama, che ieri notte si è rivolto all'opinione pubblica con un discorso alla nazione per riaffermare la necessità di risposte determinate agli eccidi del regime di Bashar al-Assad, ha deciso di mettere alla prova la soluzione politica: ha dato il via a fitte consultazioni al Palazzo di Vetro con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina. Mentre al Congresso statunitense è in preparazione una mozione per dare a sua volta tempo all'Onu di assumere il controllo degli arsenali siriani.
Gli ostacoli però non mancano e le trattative per chiarire se un compromesso è possibile richiede giorni: Parigi ha fatto circolare una bozza che prevede il ricorso all'articolo 7 della Carta Onu, cioè alla minaccia di uso della forza in caso di violazioni. Ma il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha fatto sapere che il responsabile della diplomazia del Cremlino Sergey Lavrov, autore della proposta sulla consegna delle armi chimiche siriane, si è opposto a opzioni militari. Dietro richiesta di Mosca il Consiglio di Sicurezza è stato convocato ieri sera d'urgenza: nella riunione Mosca aveva intenzione di offrire una semplice “Dichiarazione presidenziale” del Consiglio, un documento meno vincolante di una risoluzione, che chiede al Segretario generale dell'Onu e all'organizzazione per il rispetto della Convenzione sulle armi chimiche di farsi carico degli arsenali di Damasco. In serata però la riunione è sfumata. «La proposta russa conferma che non esistono alternative a una soluzione politica e diplomatica del conflitto» è il commento di Mosca.


  FONTE : http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-11/siria-ammette-armi-chimiche-064458.shtml?uuid=AbVTxSVI

Nessun commento:

Posta un commento